MISERABILIS
artisti nello stagno economico

ANTEPRIMA

I Miserabilis sono : il popolo mosaico di tribù eterogenee appartenenti alla classe media , del quale si staccano pezzi dalla grande Piramide Sociale.
I Miserabilis sono una popolazione alla deriva , allo sbando , sfrattata dal “posticino al sole” dove ognuno di essa viveva con la propria famiglia.
Ci piace pensare che c’era la giusta spensieratezza ed allegria anche se non si perdevano di vista le nuvole.
Questa “tranche” di vita umana , che , dall’altro ieri , ieri ma certamente oggi , domani , dopodomani e probabilmente per molto oltre… chi lo sa … ce lo dica.
Dicevamo questa “tranche” di vita umana , anche se con ostinato coraggio , cerca di camminare all’indietro , con la speranza di ritrovarsi nelle proprie orme , dei bei tempi andati o di fermarsi dove si trovava , per non andare più in là , s’addentrava nella zona grigia , anticamera della stagione povera.
Questo popolo intermediario , fra morti di fame e benestanti , cresce inesorabilmente con “andamento non lento” su tutto il pianeta : I Miserabilis.
Però , prima di iniziare  la favola , perché di favola si tratta , c’è un “post scriptum”  rivolto a chi didovere.
A causa di pochi individui aridi , avidi da schifo , una moltitudine di esseri onesti stanno pagando le loro “bollette” con le loro vite.
Dalla Grande Piramide si stacca un frammento del mosaico raffigurante la Tribù degli Artisti .
Indubbiamente ci sono artisti meno visibili di altri.
Per essi, la precarietà ce l’hanno dalla nascita .
Fa parte integrante del loro DNA .
Quindi possiamo rassicurarvi che per loro non fu una sorprendente novità frenavano a tutta fantasia, per non avvicinarsi troppo in fretta ai “miserabili”.
A questo punto si da il via alla nostra favola  che vorremmo , possibilmente , poetica , ironica e , perché no , sarcasticamente realistica e , come tutte le favole inizia con un :

“C’era una volta…”

Una pittrice Clemence ed un musicista Giampapolo.
Clemence nacque francese , pennelli dietro le orecchie , matite in mano , “couleurs dans le coeur”.
Giampapolo nacque nel Bel Paese , spazzole dietro le orecchie , bacchette in mano , Jazz nel cuore.
Anni orsono , in una fonda notte Jazz s’incontrarono.
Fu luminoso. Diventarono Couleur Musique.
Prima del grande patatrac , nel passato remoto ci sono passati.
Correndo tambour battant.Viaggiando Couleur Musique in testa.
Bevendo in levare.
Ridendo su ritmi sincopati.
Giampapolo spaziava tutto il Bel Paese con le sue bacchette e spazzole.
Clemence , eclettica , disegnava e dipingeva personaggi sempre diversi con giubilante divertimento.
Si può dire così : un bel Zig Zag di vita.
E così il passato remoto si portò via anche la loro gioventù.
Attorno al 2008 e dintorni il presente sembrò pietrificarsi.
Davanti ad esso in lontananza un avvenire nebuloso ed assai , assai nebbioso.
Clemence e Giampapolo , non essendo artisti di palazzo ma artisti liberi da sempre e per sempre , furono travolti dalla valanga crisi.
Per Giampapolo i concerti sparivano , faticosamente ne trovava alcuni pagati male e sicuramente sempre in ritardo.
Tanto si sa che certi Artisti si accontentano dell’aria e dell’acqua…..
Però , tutto sommato un pane quasi quotidiano , non li farà vomitare.
Giampapolo era una cicala , con una lontana antenata , un po’ formica.
A 50 anni suonati e non al figurativo , si riempì la custodia della grancassa , con tutti i diplomi presi nei diversi Conservatori.
E diventa Maestro , Professore , ma non Dottore.
Così i suoi orizzonti musicali e strumentali aprirono la gamma dal do al si , alla marimba , allo xilofono, al vibrafono e tante altre belle percussioni , tutti furono molto felici di stare con lui.
Giampapolo capì che essere un eccellente funambolo del pentagramma e la sua robusta capacità di essere imprenditore di se stesso non bastavano più  a far volare le sue musiche verso un pubblico sempre meno folto.
Le cause erano tante.
Ma una molto vistosa era dovuta alle lunghe orecchie sempre più sorde degli organizzatori-imperatori a vita che , come non mai chiamavano i soliti noti.
Qualcuno di voi forse capirà , chi capisce… ce lo dica. 
Fu allora che Giampapolo , insieme a tanti altri colleghi della sua stessa tribù , si rassegnò a partecipare alla maratona annuale o quasi , per un posto da occupare per una stagione o più in uno dei Conservatori sparsi su tutto il territorio .
Vi ricorderete la “ruée vers l’or” nel Klondyke ( Canada) alla fine del 1800 ? .
Dove tante migliaia di ricercatori partirono al galoppo al colpo della pistola.
Così Giampapolo , assieme ad altri musicisti di tutta Italia incoronati dal loro curriculum vitae , si piazzarono sulla linea “départ” ed al segnale del metronomo corsero all’attacco dei vari Conservatori.
I primi si presero una fetta della sontuosa torta di Musica Jazz  decorata da tutti i loro splendidi strumenti .
Giampapolo ne mangia più di una ma , state tranquilli , non da indigestione.
Giampapolo iniziò ad insegnare un vissuto suo di Musica Jazz a dei giovani e meno , molto attenti , curiosi e desiderosi di saperne sempre di più.
Ma continuava a suonare , quando i concerti telefonavano e partiva radioso con il suo gruppo o con altri, anche se di rado , di nuovo “on the road” ritrovando il suo affezionato pubblico.
Clemence , nel passato più remoto dipingeva vetrate grandissime per ricchi ed anche ricchissimi.
Eh si, i ricchissimi…
ci sono …..ci sono , assai assai.
Andava in tutta Italia a dipingerle , sulle isole ed anche oltre oceano.
Ma , rassicuratevi , non diventò mai ricca.
E , vogliamo dirvelo molto francamente , la grana che portava al loro mulino anche se saltuariamente , non era mai di troppo ma con Giampapolo stavano benone e felici.
Ma , c’è sempre un “ma”.
Le grandi vetrate divennero di meno , prima più piccole , poi scomparvero… non se ne trovò neanche un pezzetto.
Chi lo trova… ce lo mandi !!! .
Capitava , ogni tanto un expo interessante e Clemence ci appendeva i suoi quadri dicendo : anche loro debbono prendere un po’ d’aria , non vi pare ?.
E se qualcuno le chiedeva ma scusi , lei che tipo di pittrice è ?.
Lei rispondeva seria, seria : del tipo in via d’estizione , come l’amico orso bianco ed i suoi cugini.
Si sentiva molto preistorica la nostra Clemence e sovente si domandava : troverò ancora una caverna vergine dove poter illustrare la quotidianità della moderna umanità ?.
Però disegnava lo stesso , con ardore , anche a quest’ora , per i progetti multimediali creati assieme a Giampapolo.
I nostri due eroi , con strumenti e bagagli lasciarono il bosco per un altrove , non poi tanto altrove.
Adesso racconteremo degli slittamenti economici ; il primo fu geografico , dalla collina boscosa dove c’era la loro villetta quadrifoglio del’Etrusco Lazio , piombarono giù a valle , in un vecchio appartamento piano-terra  in una cittadina d’atmosfera balneare.
Era non lontano da un lungomare grigio-verdolino , che delineava una lunga spiaggia-baia molto aperta, senza rilevanti rilievi.
Così Clemence e Giampapolo perdettero il bosco ancora selvaggio ( selvaggio per quanto tempo? , chi lo sa….. ce lo dica) davanti alla loro villetta quadrifoglio.
Ed insieme al bosco: cinghiale-rinoceronte ; istrice-cespuglioso; uccelli colorati e non ; libellule-elicotteri blu trasparenti ; cervi volanti nero-lucido ; mantidi religiose eleganti e gotiche ; il lampeggiare luccicante delle lucciole innamorate ovunque attorno a loro e nel nero pelo del cane.
Spettacolo notturno luminoso , leggero e silenzioso .
I rospi timidi che amavano il tranquillo vivere dello spazio-giardino lasciato “nature” , trovavano d’estate qua e là piccole piscine , ed al buio ci si tuffavano dentro , aspettando la goduria di una rinfrescante doccia-annaffiatore da Clemence, che versava a pioggia , dolcemente  sulla loro schiena.
I cieli immensi “toujours recommencès” da una stagione all’altra così profondi di blu, da dove in Agosto , in cascate di diamanti le stelle cadenti , con lunghe code da “follies bergerès” travolgevano l’immensità.
Le lunghe passeggiate invernali di Clemence lungo il bosco seminando riso soffiato agli uccelli e quando tardava , perchè ancora su un disegno , si sentiva : toc , toc , alla sua finestra ed erano lì i pettirossi e i loro cugini .
La chiamavano guardando l’orologio Clemence , Clemence , è ora .Mettiti le galosce e volavano tutti assieme appresso a lei.
Giampapolo come farà quaggiù ? , lassù , ogni volta che la squadra del suo cuore faceva gol , correva nel bosco con il tamburo.
Risuonava un rullo vittorioso che piaceva tanto al cinghiale-rinoceronte bianco che gli rispondeva con un grugnito soddisfatto.
Tutto quel mondo svanì .
E rimane nella loro memoria.
Questo mondo perduto , fu anche un impoverimento della loro gioiosa creatività.    
Come si sente dire sovente ed a sproposito , “la vita continua”  , noi preferiamo l’espressione “ e la vita discontinua”.
Nel nuovo habitat , Clemence e Giampapolo , citando uno slogan famoso , trovarono “di tutto e di più” a portata di mano e dei piedi.L’automobile di Giampapolo riposava ben volentieri nelle scuderie del condominio , ruminando canna da zucchero e sobria di benzina.
S’allargava il sorriso di Giampapolo, dovuto al risparmio.
Non piangeremo sui petrolieri.Un caloroso “ouf , ouf , hurrà” ai nostri eroi.
Ci furono luoghi prediletti , esempio :
1) La stazione ferroviaria , i cui binari cullavano un bel po’ di partiture assieme a Giampapolo portandole a destinazione nei vari Conservatori .
Clemence chiamava queste andate e ritorni sui binari il “train train quotidien” di Giampapolo.
2) La farmacia comunale , oasi di salute .
Molti fra di noi ingopoiano , parola creata al posto di “ingoiano” pillole sospirando speriamo che me la cavo.
Il cuore di Clemence non batteva più in levare ed improvvisava curiosi zig-zag.
Necessitava infatti di un ombrello rammendato di medicinali.
3) La Posta.
Ma questa fu una scelta d’obbligo.
Masticava che era affascinante le bollette di Clemence e di Giampapolo , insieme a tante altre.
Però poi le restituiva , sotto forma di pensioni più o meno cospicue a persone delle tribù dei pensionati.
Il mosaico loro era vasto , solidamente incollato alla grande Piramide Sociale.
Però era al completo il mosaico di quella tribù .
Fino a quando… chi indovina , ce lo farà sapere.
4) Un ferramenta all’antica .Con scaffali vecchi ed uguali le piccole cassettine.Ne usciva un inebriante melange di profumi di chiodi ed acquaragia.
Paradiso ritrovato da rallegrare i rattoppi del loro appartamento parecchio malandato nei suoi quattro punti cardinali.
Concludiamo l’inaspettato e fuori cliché tour turistico , includendo l’ultima fermata.
5) Un supermercato ben proporzionato nelle sue “misure” e contenuti , con una lista di prezzi a portata di tutti i gusti e di portafogli.
Così , senza troppo timore ci possiamo inoltrare nei vari tagli econoimici di Clemence e Giampapolo.
Perché tante frenate ?
E’ matematico.
Continuare a mantenere il costo del loro lavoro , impedendogli l’affondamento , dentro l’assente , nebbioso avvenire.
Tenerlo a galla nel presente.
Una sfida da film Western.
Giampapolo ci suggerisce :
…mandiamo un messaggio con il telegrafo a John Wayne?
Adesso c’è il gas di città e addio al bombolone golosone.
Casa più piccola , raccorciato l’orlo delle  sue bollette d’altronde d’estate Clemence e Giampapolo campeggiavano in frigo.
Mangiando cibi freddi .
Succhiando cubetti di ghiaccio , e stavano deliziosamente freschi.
L’inverno è un’altra stagione , passiamoci sopra velocemente , così ci riscaldiamo.
La festa della “feé électricitè” cadeva di Sabato e di Domenica .
Calendario del “Kilowatt” , anche sua , la tabella di marcia dei giorni seguenti recitava così:
-Luce prima delle 7.00 , dopo è troppo tardi-Luce dopo le 19.00 , prima è troppo presto Facile…no? , una ninna nanna per i grandi che Giampapolo suonava in battere.
D’inverno tornavano al buio medioevo.
Cenavano a lume di candela , poetico , romantico risparmio.
E sarcastico ..
Giampapolo aggiungeva guardando Clemence attraverso il fumo del minestrone così ti vedo e non ti vedo… .
Invece d’estate , un raggio crepuscolare del sole sulla via del tramonto , scivolava sul tavolo da pranzo , sfiorando , illuminandola , la loro cena.
E concludiamo questi loro frugali pasti e della moltitudine gemella delle altre varie tribù al bando della grande Piramide Sociale , con il filosofico pensiero di Totò in proposito.
Nel film “La banda degli Onesti” esaminando la borsa della spesa della figlia di Peppino , ritornata dal mercato, Totò le dice : “anche stasera broccoletti e patate … , un cibo sostanziono , vitaminoso , corroborante e leggero..!”.
L’economia domestica non suona al campanello : “qui , qui frappe à la porte , masi c’est toi la charlotte , t’a oublié ta culotte”.Ebbene , no.
No , non è la piccola Carlotta , Giampapolo è deluso , Clemence ride.
Aprendo la porta , vede un giovanotto di righe vestito , dalla testa ai piedi.
Ha un largo , larghissimo sorriso , con un incalcolabile numero di denti bianchissimi.
Praticamente li sputa.
Eccoci qua : Franco ed il suo Follett aspirapolvere .
Vi faremo , bella Signora , una dimostrazione all’istante sul vostro paillasson.
E Franco “enlace” il Follett aspirapolvere in un languido tango.
Una visione futurista , tante righe attorcigliate al “tourbillonant” aspirapolvere.
Clemence estasiata risponde : ..ma che peccato !.. le mie due scope hanno ripreso la lezione di ballo con me.
E si esibisce “sur le champs” in una Rumba con le due scope.
Vedi … sono perfette !! , un po’ rigide di schiena , ma molto desiderose di danzare via la polvere col vento…!.
Sorpreso , Franco , assieme al suo Follet , volteggia qua e là nell’androne e suona alla porta della vicina.

Estetique Economique

Nel suo remotissimo passato , Clemence amava profumi e le creme viso e corpo.Non stava appresso alla moda come un segugio .
Non faceva “le lèche vitrine” , ma si vestiva come le piaceva , idem per le scarpe.
Non abusava con il trucco , perché , anche se può sembrarvi strano , non sapeva dipingersi.
Aveva smesso anche allora di frequentare i parrucchieri , da quel famoso giorno in cui fu conciata per le feste , ma non al figurativo.
Portava capelli milunghi e le sarebbe piaciuto farsi dei boccoli torno torno e sopra la testa .
Ed , ingenua , si fidò dell’artista bigodini.
Non ha capito ancora , il come e il perchè , ma uscì dalla bottega che sembrava avesse rubato la parrucca al Re Sole.
Tutti si giravano per strada , abbagliati da tanto splendore.
A casa , quando la sua sorella le aprì la porta , aprì anche la bocca ed urlò dal ridere davanti alla regale visione .
Ci vollero due giorni a Clemence per tornare alla normalità sua.
E cominciò a tagliarsi i capelli da sola ed il suo taglio è rimasto tuttora unico ed economico.
Già in quei tempi Clemence era una donna poco costosa ed andando avanti nel tempo , lo diventa sempre di meno.
Se si può….  .
Scarpe magicamente rinnovate dal calzolaio , vecchi vestiti rammendati da una cara amica , jeans , scarpe da ginnastica e vai !! , senza profumi , senza creme , viso acqua e sapone di Marsiglia.
Per i capelli bianchi… shampoo colorante ! .
Clemence pensa già di offrirsi per i suoi 70 anni , una testa bianca , che più bianca di così non si può.
Che fare altro ? , invecchiare “nature” , no? , con tutti i suoi merletti di rughe e falbala.
Clemence spera che non ci sia già in preparazione nel Bel Paese una legge che obbliga la donna a rimanere giovane , possibilmente bella a vita , a tutti i costi , e non soltanto al figurativo …  come sappiamo bene.
Clemence personalmente vuole invecchiare lentamente come un buon vino nella sua cantina.
Per chi fosse curioso , Clemence è d’aspetto giovanile e si definisce essa stessa una vecchia ragazza.
E Giampapolo ? , è molto contento d’averla comprata al mercato di Campo dè fiori , secondo una delle sue versioni preferite.
Aggiunge anche : è l’unica donna che mi ha lasciato fare il musicista come ho sempre sognato.

L’invitation au voyage

Si è vero Celemce e Giampapolo , tagliando i morbidi contorni del passato remoto , nel presente si ritrovarono circondati da angoli anche acuti.
Per qua giù , da lassù , portarono via la parabola e continuarono a tenersi stretti il loro abbonamento SKY .
Clemence , che ne aveva di tempo non lavorando più fuori casa , seguiva con assidua attenzione il canale “Current” , con notizie su tanti argomenti d’attualità , senza frontiere , senza censura.
Clemence lassù , di fronte al bosco , tornò a camminare dentro le orme delle sue antiche origini contadine e boscaiole del Jura.
Raffiorarono , circondandola , gli odori delle native foreste .
Cominciò l’allontanamento dalla propria specie.
Con “Current” aumentò la sua preoccupazione per il Pianeta Terra  , la quale bilancia ecologica perdeva sempre più equilibrio.
Clemence e Giampapolo passeggiavano spesso lungo il grigio-verdolino mare.
Si presero d’affetto per un tronco d’albero levigato a lucido , tale e quale ad un impressionante femore-tibia di un dinosauro, che , dopo secoli di onde e tempeste , il mare aveva succhiato poi abbandonato qui, su questa desolata e spenta sabbia.
A Clemence e Giampapolo piaceva sedersi sul femore-tibia , guardando attorno , a volte meditabondi ochiacchierando.
Certi Lunedì mattina la spiaggia assomigliava , con le sue bottiglie vuote di esotiche bevande alcoliche e non e lattine variopinte, ad un bar disertato dalla sbornia e dalla baldoria domenicale .
Invece , verso Maggio , anche in Ottobre , presto dopo l’alba l’acqua del mare era veramente verde trasparente.
Clemence saltava e cantava : eccolo di ritorno il nostro bel mare , l’abbiamo ritrovato !.
Poi continuava con un piccolo brano de “l’invitation au voyage” di Baudelaire :

“là , tout n’est qu’ordre et  beautè luxe , calme et voluptè”

Giampapolo faceva a modo suo l’eco.
Dopo un circolare sguardo al bagnasciuga , che li pareva una pattumiera alla deriva , le rispondeva con le rime :

“qui , tutto è disordine , bruttura povertà , rumori e sozzura”

Clemence gli chiedeva : ma il Mar Rosso, diventato nero petrolio ! , di che colore sarà mai adesso ? Giampapolo rispondeva sovente così : gli telefoniamo ?
Clemence non si arrendeva : sai , il Mare Morto si ritira un metro l’anno , non è una goccia nel mare.
Giampapolo dispiaciuto alla notizia , la confortava: con un simile nome non può sperare in un lieto fine , poverino !.
Lei : e il Mare Nero ?
Lui : sarà RossoInsieme : il Mar Baltico è atomico , il Mare di China “à mauvaise mine” , e così via dicendo.
Cambiarono l’ora delle “ballade” marine.Prima del tramonto si adagiavano sul tronco aspettando il re Sole.
Quello vero.
In silenzio , sempre sorpresi contemplavano , ipnotizzati la discesa dal cielo dell’impeccabile tondo rosso che per un effimero istante si posava sul mare e magicamente si inabissava nella sua mediterranea vasca.
Clemence e Giampapolo furono colpiti in pieno petto da due film documentari visti su Sky .
Il primo :“Home” , odissea del pianeta terra dalla nascita ad oggi.
Diciamo così per semplificare.
Il nostro “home” , nostra casa per l’appunto , negli ultimi 40 anni è stata sistematicamente , selvaggiamente , metodicamente brutalizzata , pattumierizzata.
La morale è : quello che abbiamo perduto lo è per sempre .
Quello che ci rimane ancora lo possiamo salvare ?
Ma lo vogliamo ?, lo faremo ?
Chi lo sa…ce lo dica.
Il secondo :“La battaglia dei ghiacciai” di Greenpeace, in atto alla nostra quasi insaputa al Polo Nord.
Non possiamo neanche dire agghiacciante! , fra non molto non ci saranno più iceberg, ma delle palme.
Chi ne trovasse uno nella sua piscina , lo mandi all’orso bianco.
Clemence e Giampapolo , con l’acqua alla gola , ma non nel figurativo , iniziarono a tenere d’occhio il sole , al tramonto sul mare grigio-verdolino , aggrappati sul tronco femore-tibia del dinosauro.
Ci andavano ad orari di stagione , tre o cinque volte al mese , così l’aspettavano con ansia , ma puntuale era il suo rito.
Poi , un tardo pomeriggio che sapeva già di primavera , Clemence ebbe la sensazione che il sole li fissava intensamente.
Le venne in mente il verso di Victor Hugo:

“L’occhio era nella tomba e guardava Caino”

Giampapolo , e Clemence , senza una parola fra di loro, di scatto si girarono e videro dentro grandi stivali grigio-verdolini , i soliti pescatori.
Un grande sospiro di sollievo li fece barcollare dal tronco , ridendo.
Però il sentimento di essere nel suo mirino non ebbe più fine.
Così , un giorno , quasi al crepuscolo sorpresero sull’acqua marina verde trasparente un sole allegro , giocherellone che si rotolava sopra delle onde graziose e spumeggianti.
Clemence e Giampapolo si sistemarono per benino sul tronco , incuriositi , intimoriti.
Il sole disse : siete quei due , della canzone che fa così ? e la canticchiò …chi lo sa…ce lo dica!... , bene , eccomi qua! , ho io la risposta .
Mi scrutate da molto , lo so siete preoccupati e fate molto bene ad esserlo.
Per l’annuncio del secolo ho scelto voi due come messaggeri.
Clemence e Giampapolo non si stupirono .
Bene , riprese il sole , è inutile che faccio un comizio ecologico, la terra mi gira attorno dalla nascita , nulla mi è sfuggito.Lo sappiamo tutti e tre , assieme a tanti altri, ma pare che non basti per fermare la giostra impazzita.
Parlava semplicemente il sole e continuò : L’umanità , anche troppo numerosa per i miei gusti , si sta avvicinando al suo capitombolo , dentro il baratro dell’infinito vuoto.

I messaggi sono due :

Il primo è un ultimatum riservato ai potenti ed ai cervelloni.
Immaginare , creare e costruire un nuovo sistema solare .
Hanno due anni per questo compito.
Tutti assieme appassionatamente far lavorare le cellule grigie per salvare il pianeta e dintorni.
Il secondo è un ordine per i ricchissimi , insaziabili , avidi , arroganti.
Chi conosce altri vocaboli… ce li scriva.
Questi individui , devono , dico , da subito , restituire tutti i soldi tutti i tesori loro nascosti in nascondigli di ogni genere … e sappiamo quali sono, ai morti di fame , ai poverissimi , ai poveri ed ai miserabilis e rimanere con un pezzo frantumato del mosaico della loro piccola tribù e se lo ficcano là , dove sappiamo !! .
Clemence con una piccola voce : ma perché un nuovo sistema solare artificiale ?
Il sole le rispose dolcemente : vedi Clemence la Luna ed io siamo innamorati dalla prima notte delle mille ed una notte dei tempi.
Constatiamo con amarezza che abbiamo sacrificato il nostro celestiale amore per assistere all’agonia , ma non più oramai con andamento lento , dello splendore di milioni di anni fa.
Quindi ce ne andiamo assieme.Anche io sussurrerò alla mia adorata luna una strofa de “l’invitation voyage” di Baudelaire :

“mon enfant ma soeur ,songe à la douceurd’aller là bas vivre ensembleaimer à l’oisiraimer et mourirau pays qui te ressemble”.

Giampapolo e Clemence commossi : e la luna di miele ?.
La sposa avrà un velo nebuloso , una ghirlanda di comete nella capigliatura e via la bandiera che la deturpa .
In Agosto , a bordo del Grande Carro , folgoreremo l’immensità notturna , ci tufferemo nella via lattea avvolti nei più cosmici confetti nuziali : “les étoiles filantes”.

E scherzando il sole aggiunge : da favola …no ?

FINE

Good Night and good luck
Buonanotte e buona fortuna
Bonne nuit et bonne fortune.